Entusiasmante a dir poco !
” Exultet” Fiano di Avelino dell’azienda “Quintodecimo “ annata 2012, fatto con uve provenienti da una singola vigna che si trova a Lapio. Zona ad alta vocazione per questo antico vitigno, che come molti autoctoni dell’Italia meridionale fu importato nella nostra penisola in tempi remoti in particolare in Sicilia e Campania. Vitigno ormai autoctono, vista la lunghissima militanza nella nostra penisola, questi vini spesso esprimono una grande potenzialità all’invecchiamento raggiungendo complessità organolettiche tali da competere con i più grandi bianchi a livello internazionale. La teoria più accreditata dice che furono proprio colonie Greche a importarlo nel nostro Paese, ma non si escludono anche altre ipotesi, secondo cui furono migrazioni di popolazioni Liguri nella zona di Avellino spinte a Sud per opera dei Romani; anche se questo fatto non è stato appurato storicamente, indica da quanto tempo il Fiano è presente in questa area. Il nome poi “Fiano” sembra provenire da Plinio il vecchio dovuto alle “uve apiane“, ovvero particolarmente apprezzate dalle api in quanto molto dolci.
Exultet è oggi prodotto dal professor Luigi Moio, un vino che sia per ampiezza che per intensità olfattiva ricorda i grandi bianchi transalpini. Un profilo organolettico di grande spessore dall’inizio alla fine arricchito da uso ben dosato del legno che non si avverte, casomai si intuisce nell’avvolgenza del gusto. D’altra parte Luigi Moio, vanta un curriculum lunghissimo che lo rende un’autorità in campo enologico vantando anche esperienze accademiche in Francia, prima di tornare ad occuparsi di enologia in patria.
Tasting notes
Esuberante giallo dorato la cui compattezza estrattiva si denota già dalla roteazione . Naso che inebria con una complessità piena e variegata il cui primo tocco è di idrocarburi e sensazioni iodate . Il fruttato è dato da una nota tropicale a piena maturazione, ananas pesca, papaia, banana con ben definiti accenni agrumati. Nel bicchiere evolve velocemente all’alzarsi della temperatura con sensazioni floreali che fanno pensare ad un insieme di ginestre, e zagare che si mischiano in un fondo di erbe aromatiche origano, timo, e netti richiami marini .
Vino dalla grande ricchezza gustativa, che colpisce per la calibrazione delle componenti fresche e morbide. Un palato ampiamente appagante, materico che richiama sensazioni di miele di tiglio e scorza d’arancio candita, la sapidità accentua il gusto opulento ma raffinatamete elegante.
L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.
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