Considerato un vitigno nobile, sono in molti a pensare che sia il miglior vitigno a bacca bianca del mondo. Uno dei pochi vini bianchi con doti di acidità così elevate da contrastare un residuo zuccherino variabile da una tipologia all’altra, che in alcuni casi ne rende il gusto avvolgente e morbido, ed in altri dove la dolcezza è ben più che percettibile rende l’assaggio un susseguirsi di sinergie ed equilibri mai uguali.
La sua storia è legata in particolare alla Germania, dove è coltivata da almeno quattro secoli, anche se sembra che le sue origini siano antecedenti addirittura di duemila anni. Del Riesling si inizia a parlare intorno al 1400, quando i vigneti inizialmente si trovavano lungo il corso del Reno. Coltivato da tempi remoti, nelle zone della Mosella, del Palatinato, Rheingau, Nahe e Rheinhessen ed ancora oggi è il vitigno più importante della Germania.
Il successo che ha reso protagonista il Riesling Renano al punto di renderlo pregiato e conosciuto nel mondo è strettamente legata a quella dello Spätlese, che probabilmente con l’Eiswein è il predicato piú conosciuto nel mondo. Il Riesling ha un ciclo vegetativo sostenuto da estati fresche che perdura in pratica un’intero anno, con le uve in pianta per buona parte di esso. La vendemmia inizia nei primi giorni di Novembre ma se il tempo è favorevole, può prolungarsi fino a Dicembre inoltrato. Una vendemmia così tardiva favorisce con adeguate condizioni climatiche lo sviluppo della muffa nobile. Disidratando l’acino essa ne concentra lo zucchero aumentandone contemporaneamente la parte glicerica ed estrattiva. Questa raccolta così protratta nel tempo comporta un notevole dispendio di energie e manodopera per selezionare gli acini migliori che dovranno essere usati per garantire quel giusto rapporto tra zuccheri ed acidità che formeranno il futuro Riesling .
A fine 1700 il castello di Johannesberg era abitato da monaci che producevano vino sotto le dipendenze del Vescovato di Fulda. Soltanto lui aveva il potere decisionale sull’inizio della vendemmia, che veniva dato solo dopo aver assaggiato l’uva matura. Nell’anno 1775 però un giovane incaricato di portare l’uva per l’assaggio, invece di impiegare come di consueto 8 giorni per il viaggio, ne impiegò (non si è mai saputo perché ) piú di una ventina; questo clamoroso ritardo produsse uno dei più grandi risultati della storia del vino.
Al suo ritorno il raccolto era stato attaccato dalla botrytis, e tutte quante le altre tenute avevano già vendemmiato. Sconsolatamente i monaci di Schloosh Johannisberg tentarono il tutto per tutto vinificando ugualmente queste uve dall’aspetto allarmante e completamente ricoperte di muffa.
Il vino in questione fu assaggiato tra l’attonito stupore generale nell’anno 1775, proprio nel freddo ed umido sottosuolo di quella che era allora un’abbazia. Il vino unico nel suo genere che mai si era sentito prima di allora, era lo SPÄTLESE. Questo mix di tenacia, coraggio e caparbietà ha dato origine ad uno dei vini più affascinanti del mondo.
La concentrazione degli zuccheri divenne presto un medoto per classificarne la qualità. Il sedicesimo secolo fu l’apice per la Germania nella produzione qualitativamente alta del vino. Questo produsse anche un altro aspetto il suo invecchiamento. Il clima freddo ideale per la conservazione senza uso si enormi sforzi, permise di apprezzarne le doti evolutive anche a lunghissimo termine, condizione ottimale per un vitigno che non tollera la fretta.
tasting notes
(Io è Monica C. abbiamo diviso in due parti la moltitudine delle selezioni di Francesco Falcone ,alternandoci )…. e questa è la seconda parte! “ I numeri pari partendo dal II° fino alla fine …
Le etichette di svariati stili e fogge lasciano intuire questa diversità di contenuti, l’aspetto datato delle bottiglie cattura l’attenzione calamitando lo sguardo, la concentrazione è altissima . Iniziamo la degustazione con reverenziale rispetto per simili annate.
Weingut Motzel 1958- Nierstein Rehbach Natur Rheinhessen
Non capita tutti i giorni di degustare un vino che abbia più di 50 anni. Prodotto ancora senza la classificazione Pradicat, nel bicchiere il colore è ben conservato, ambrato e trasparente. All’olfatto la terziarizzazione si avverte ma senza coprire i profumi di scorza di agrume che prevale. Intenso e iodato ricorda per alcuni tratti il whisky; accenni fumè di ceralacca e caramella d’orzo. Al palato equilibrato reso movimentato da una godibile freschezza, un pò carente nel centro bocca, la persistenza non è molta e presenta il conto del tempo, ma è caratterizzata da un gradevole tocco sapido e con rimandi all’orzo sulla fine.
Weingut St. Antony 1993 – Nierstein Orbel Riesling -Rheinessen
– Spatlese –
Nel colore l’ambra del precedente ha lasciato il posto all’oro. Il naso esordisce con tipicità data da idrocarburi e dolci note di caramella di mandorla; burroso e cremoso il palato rimane ben disteso dal nerbo acido, compatto e pieno allungandosi sulla persistenza.
Weingut Helmut Hexamer -2007- Nahe
-Auslese –
Molto luminoso e tendente al dorato. Olfattivamente esprime richiami di medicinale a cui fanno capo nette note di agrume maturo. In bocca avvolgente con il residuo zuccherino che marca il gusto (130 gr\l ) buono il bilanciamento con l’acidità, raggiunge un buon equilibrio ma senza entusiasmare, finale sapido.
Verwaltung deer Staatsweiguter Eltville -1986- Rauenthaler Baifen Riesling -Rheigau
-Kabinet –
Azienda gestita dallo Stato, caratterizzata da un’inquietante etichetta con un’aquila stilizzata che ricorda tempi oscuri, fortunatamente scalzata da una vivida brillantezza del contenuto che scalza brutti presagi con i suoi intensi riflessi dorati riabilitando il quadro elargito dalla prima impressione. Al naso note di idrocarburo e sensazioni fumè cedono presto il passo a dolci richiami di fichi disidratati, mele cotogne cotte, cioccolato bianco, agrume. In bocca il bilanciamento tra la parte acida e la morbidezza riesce a regalare un sorso scorrevole che permane a lungo, corposo e sapido finisce lasciando il palato pulito.
Dr. Heinrich Nägler-Rüdersheimer Berg Roseneck Riesling -1985-Rheigau
-Spätlese-
Sontuoso, questo il termine che più si addice a questo Spätlese. Netta la consistenza che rallenta la roteazione ed un olfatto che si amplifica di note cremose, anche in questo vino l’idrocarburo è presente ma diluto dalle note di albicocca disidratata, agrumi canditi e pasta frolla, un dolce appena sfornato e ancora caldo e fumante. Palato morbido e dolce con i suoi 60gr\l; glicerico e pieno, rinfrescato da un tratto balsamico, il sorso è ben sorretto dalla freschezza che ben compensa un equilibrio ancora in divenire, accompagnato da lunghissima persistenza.
Weingut Karl Kremer -Winkeler Hasensprung Riesling Spätlese- 1976- Rheigau
-Spätlese-
L’oro puro del colore viaggia in parallelo con un ventaglio olfattivo ancora ben conservato da note fresche mentolate e arricchito da richiami tropicali, pesca, melone bianco, albicocca, bergamotto, lime, la parte dolce si denota da un fondo di caramella d’orzo. Palato che si proietta ancora in avanti con pronunciata freschezza in sinergica con una morbidezza piena e vellutata data dalla botrytis.
Weingut Jakob Trenz 1989 Johannisberg Hölle Riesling Rheingau
-Auslese-
Grande Luminosità con una trasparenza che accende il bicchiere di oro liquido. L’olfatto è caratterizzato da legami floreali che richiamano fiori alpini e camomilla con erba medicinale, note succose di albicocca e pesca sciroppata, zafferano. Palato turgido integro, con acidità e morbidezza che giocano un ruolo fondamentale di seducente beva che appaga e richiama il sorso ancora teso e slanciato. Lunghissima la persistenza.
Immortale forse no.. ma si avvicina !
Johannistum Shauinsland- Chr Shneider -Wormser Nonnenwinget Rieling -1996
Trockenbeerenauslese
-Oro antico e ambra, denso e concentrato. Terra cielo mare tutto concentrato nel primo impatto olfattivo che spazia da un’iniziale profondo e terroso, ad un medicinale etereo in cui lo iodio segue rapidamente in un funambolesco insieme, ceralacca, e come scartando un dolce ecco i profumi di uvetta, albicocca, miele, caffè, liquirizia, caramella d’orzo. In bocca l’acidità sostiene il manto glicerico e dolce, per un viaggio tridimensionale del gusto, in cui ritornano le sensazioni una ad una con grande coerenza, lasciando in bocca un soffio fumè di sigaro dolce. Estremo eppure lieve, in ogni sua componente raggruppa tutte le doti più espressive del vitigno.
Rispondi