Il vino è quell’elemento da cui si originano quell’insieme di emozioni in cui territorio e cultura si fondono e si amalgamano alla personale esperienza, imprimendo alla memoria odori e sensazioni dal potere evocativo. Una degustazione in parallelo di due vini provenienti da luoghi ed annate completamente diverse, espressione di vigneti che hanno in comune solo la sontuosa ed impeccabile finezza dei prodotti, in entrambi i casi scaturiscono da zone che sia storicamente che territorialmente emergono nel panorama delle eccellenze vinicole.
Gevrey Chambertin _Domaine Denis Mortet 2007
Colline della Borgogna nella Côte de Nuits dove il suolo rossastro, con scheletro sassoso è l’ideale per coltivare il Pinot Noir di Chambertin. In questa zona il Pinot Noir, acquisisce una particolare ricchezza di aromi, conferendo eleganza e delicatezza al vino. I Premiers Crus occupano la parte superiore degli appezzamenti collinari che oscillano tra i 280 ed i 380 metri.
Le esposizioni variano da est a sud-est. Fino al 1847 la denominazione era semplicemente Gevrey, ma poi divenuta Gevrey-Chambertin. Formata da settantacinque Climats , ripartiti tra Villages (denominazioni comunali), Premiers Crus e Grands Crus, Chambertin è uno dei crus più prestigiosi della Borgogna, sembra che questo vino fosse il preferito di Napoleone.
Nel calice non particolarmente vivace il rosso è rubino trasparente, la consistenza si denota dalla lentezza con cui il vino scorre nel calice. All’olfatto intense note fresche sono date da un floreale che esce in primo piano, con accenni di viola e lavanda di grande finezza. Le note fruttate sono date da piccoli frutti dalla giusta maturazione che corrono dal rosso al nero al violetto ed includono note profonde con impronte di funghi e sottobosco, humus e intrigante pietra bagnata, con un tocco finale boisè. Al palato la freschezza regala un passo energico ben dosato da morbide sensazioni e tannini finissimi precisi, saporito e raffinato. L’equilibrio parla di un vino ancora in evoluzione che culmina in un polveroso, armonico lungo finale.
Fontalloro 1988 (ancora denominato come vino da tavola di Toscana)
Toscana Castelnuovo Berardenga, i vigneti della Fattoria di Felsina sono attraversati dal confine fra il territorio del Chianti Classico, e di quello del Chianti Colli Senesi da dove viene il Fontalloro, 100% Sangiovese provenienti da vigne diverse con alcune di oltre 50 anni,viene lasciato maturare per quasi due anni in piccole botti di rovere e almeno un altro anno in bottiglia. Gli impianti sono con orientamento, sud-ovest a 400 m di altitudine, i terreni a carattere calcareo e prevalentemente argilloso e sabbioso. Prodotto per la prima volta nel 1983 con la collaborazione di Franco Bernabei enologo di fama mondiale e noto a molti con il nickname di Mister Sangiovese in un territorio ad altissima vocazione, che in queste zone si esprime con livelli qualitativi altissimi .
Nonostante i quasi 30 anni di bottiglia il colore ha una texture colorante ben conservata che spazia dalle note granate ad un bordo sfumato aranciato e luminoso. Anche l’olfatto si esprime con intensità ricercate di floreale parzialmente offuscato da humami e note evolutive boisè, aprendosi alla rotazione riemerge in modo strabiliante un succoso frutto di ciliegia. In bocca colpisce per la freschezza che movimenta una beva ancora viva e ben proporzionata da tannini morbidi e vellutati, in perfetto equilibrio scorre estrema piacevolezza senza perdere in integrità dimostrando doti di incredibile longevità.
Rispondi