Il meglio ed il peggio del Merano Wine Festival .
Nato per essere non una fiera ma un evento dove trovare il meglio delle produzioni che si trovano sul mercato Italiano selezionati da un’apposita commissione .
Questa edizione si è svolta tra molte novità interessanti a partire da “Cult”in cui la presenza degli enologi che curano i vini ha portato un arricchimento alle già prestigiose degustazioni e a tutti gli eventi satelliti del Merano stesso che hanno ampliato il già alto livello della Kermess .
Malgrado l’alto profilo non sono mancati alcuni problemi che potevano essere evitati o forse migliorati e che dispiace vedere in una manifestazione che deve essere l’essenza del meglio per mantenere lo status del quale si fregia .
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Tanti i MastersClass con degustazioni di buon livello e ben gestite come il Bordeaux alcune volte uniche come la bellissima degustazione sui vini della Crimea, in cui è stato svolto un lavoro pazzesco per poter reperire i vini e presentata per la prima volta in Italia.
Poche le persone presenti a quest’ultima, snobbata o forse semplicemente poco frequentata dati i continui cambiamenti di giorno ed orario che ha invece proposto vini unici ed originali, non a caso uno dei principali problemi che costringevano a continui cambi di programma per poter partecipare a più master .
Una nota negativa per quella sulla Borgogna che è stata condotta con ritmo un pò troppo sbrigativo e serrato.
Intanto all’interno Kurhaus accadeva di tutto dando un’aria un po’ decadente alla manifestazione con banchi abbandonati prima del l’orario di chiusura, vini più importanti dati con quantitativi talmente ridotti per un assaggio così striminzito da non superare l’epiglottide , bottiglie non pervenute, ma solo promesse nella giornata delle vecchie annate (per fortuna poche) oppure aperte ad orari diversi da quelli indicati e già finite all’ora in cui avrebbero dovuto esserci.
Nel complesso sono state molte le eccellenze e le novità che è stato possibile trovare tutti i giorni del Festival che in qualche modo hanno attutito queste défaillance contribuendo comunque a rendere il Merano Wine Festival ancora una volta un’esperienza da ricordare e ripetere .
Partecipando ogni tanto anche io ad eventi ho notato queste cose,forse bisognerebbe tornare un pochino con i piedi per terra ,è un po’ di umiltà da parte di chi produce vini di alto livello,ci si dimentica sempre o spesso che il cliente e ‘ il datore di lavoro 🍷
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Sono d’accordo con te Maurizio !
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L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.
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